Chiesa monastico-abbaziale (o pieve secondo alcuni) di derivazione classense, sorta nelle forme attuali nel secolo XI su un precedente edificio del V o VI secolo. Sono accertati nel 1000 rapporti con i monasteri ravennati, ed in particolare con Sant’Apollinare in Classe cui pare fosse proprietà l’aspetto singolare della costruzione, unico esempio di tal genere nelle Marche ed uno dei pochi fuori Ravenna, è costituito dalle due torri cilindriche poste ai lati della facciata, che si inspirano allo stile bizantino di S. Vitale. Richiamano l’area ravennate-lombarda la decorazione esterna di archetti e lesene e l’uso misto di laterizio rosso e ocra con elementi decorativi in pietra bianca. Le cinque absidiole, tre posteriori e due laterali, le esedre, la pianta quadrata a croce greca inscritta costituiscono la conferma dell’ispirazione orientale. L’edificio comprende due chiese sovrapposte, che originariamente erano collegate solo dalle scale interne alle due torri cilindriche. Nel XIII sec., a seguito dei danni e delle distruzioni compiute dai maceratesi, la facciata fu ricostruita nella forma attuale con il ballatoio e la scala esterna per l’accesso alla chiesa superiore. Alla chiesa inferiore, definita “plebale”, si accede attraverso un atrio con portale di pietra: su quattro robusti pilastri centrali poggiano nove campate a crociera: l’interno è di una austera e rude solennità. Anche la chiesa superiore ha un portale in pietra di una certa eleganza: essa era nel medioevo la “cappella palatina” del vescovo-conte, feudatario della zona. suggestivo il viale d’accesso fiancheggiato da alti cipressi, risalenti al secolo scorso..