Il territorio della provincia di Macerata offre un’armoniosa diversità paesaggistica: la dolce continuità fra mare, collina e montagna conferisce una silenziosa ed appagante visione anche al più distratto dei viaggiatori. Il mare, dal punto di vista turistico, è l’elemento forse più interessante: circa 20 km di costa tra il fiume Chienti e la riviera del Conero, caratterizzata da spiagge sabbiose, fondali poco profondi e una buona qualità delle acque. Gli Enti pubblici della Regione Marche e della provincia di Macerata hanno destinato una porzione consistente del territorio all’istituzione di numerose aree protette: il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, la Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, la Riserva Naturale Montagna di Torricchio, 6 Foreste Demaniali, 39 Aree Floristiche e 6 Oasi di protezione della fauna (Monte Fietone, Laghetti di Porto Potenza Picena, Lago di Polverina, San Vito Arcofiato, Lago delle Grazie e Lago di Castreccioni). L’Oasi dei Laghetti di Porto Potenza Picena e la limitrofa area floristica sono invece le aree protette presenti lungo la costa, istituite per la protezione dell’avifauna acquatica e la conservazione dell’arenile e dell’ambiente dunale. Le altre aree protette sono presenti nell’area collinare e montana ed è quest’ultima che offre gli ambienti più integri dal punto di vista ecologico. La Riserva Naturale Abbadia di Fiastra è un’area protetta istituita nel 1984. Gli elementi che la caratterizzano sono essenzialmente il bosco, il paesaggio agrario ed il complesso monastico cistercense. Spostandosi verso il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, si può ammirare la spettacolare Gola del Fiastrone: una profonda forra, scavata su substrato calcareo dall’omonimo torrente, e circondata da estesi boschi di leccio alternati a carpino nero. Le pareti rocciose, inoltre, offrono un habitat ottimale per la nidificazione di numerose specie di uccelli tra cui il gheppio, il falco pellegrino e la rondine montana. A non molta distanza dalla Gola del Fiastrone, si trovano invece i Prati di Ragnolo, meta obbligata per tutti gli appassionati di botanica, poiché vi nascono essenze floristiche rare, vistose ed caratteristiche, come la genziana maggiore. Alzandosi di quota, si raggiunge il Monte Bove (2112 m): scoscese pareti rocciose, aspri ghiaioni ed ampi pascoli costituiscono il regno indiscusso dell’aquila reale, del gracchio corallino ed alpino, nonché del fringuello alpino. Il comprensorio è arricchito da splendide valli di origine glaciale come la Val di Panico. Nella tarda primavera, è possibile ammirare stupende fioriture di piante endemiche appenniniche, come la viola eugenia, la peonia e diverse specie di sassifraga e di genziana. Valicando le più alte ed aspre vette dei Monti Sibillini, ambiente ideale per la coturnice, ci si trova di fronte a panorami mozzafiato ed emozionanti vedute che accompagnano il visitatore fino al Pian Perduto: un altopiano di origine tettonica, intervallato da doline ed inghiottitoi, tinto da coloratissime essenze botaniche che, con le loro fioriture primaverili, rendono questo pianoro ancor più unico. Tra i pascoli, i campi di farro e di lenticchia e i colli che delimitano l’altopiano, si possono osservare il gheppio, il saltimpalo, il culbianco ed ascoltare il canto delle allodole, delle quaglie e di tante altre specie di uccelli. A nord troviamo il Monte San Vicino, importante punto panoramico dalla cui vetta, situata a circa 1500 metri di quota, si può godere di una magnifica veduta a 360 gradi..