Il patrimonio architettonico ed artistico del territorio maceratese, alla luce degli studi più recenti, viene scoprendosi sempre più notevole ed articolato. Nella Provincia di Macerata è ampiamente e significativamente rappresentata ogni forma di insediamento culturale (monastico, rurale, urbano) dal Medioevo all’Ottocento. Un santuario sorgeva quasi sempre attorno al luogo specifico di un evento miracoloso, spesso legato a gravi avvenimenti della vita civile di una comunità, come l’essere scampati ad una pestilenza, una carestia, o un terremoto. Chiese romaniche a presbiterio sopraelevato si hanno a San Lorenzo in Doliolo a San Severino, a San Firmano a Montelupone e a Sant’Urbano presso Apiro; mentre una delle cripte più eleganti e significative per i suoi variati e fantastici capitelli rimane quella di Santa Maria di Rambona a Pollenza. Tipologie originali le troviamo nella chiesa di San Giusto a San Maroto di Pievebovigliana, realizzata a pianta circolare con calotta sferica dai Conti di San Maroto intorno alla metà del XII secolo; altrettanto unico è il tipo ad absidi radiali, con altissimo presbiterio, della chiesa farfense di Santa Maria a Piè di Chienti a Montecosaro, probabile tappa sugli itinerari del pellegrinaggio verso Gerusalemme. Sempre in Val di Chienti, caratteristiche uniche presenta anche la chiesa di San Claudio al Chienti presso Corridonia: edificio romanico a due livelli sovrapposti con torri scalari ai lati. Tra i complessi monastici edificati dai cistercensi che si insediarono nelle valli a curarne le terre e i bacini idrici, oltre che a tramandare i dimenticati codici manoscritti, si distingue la prestigiosa Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra presso Tolentino. Nella transizione tra romanico e gotico si osservano innovative soluzioni strutturali, come le campate ad arco-diaframma a leggera monta ogivale, presenti nel duecentesco Sant’ Esuperanzio a Cingoli. Tra i complessi degli Ordini mendicanti, notevole è quello degli Agostiniani in San Nicola a Tolentino, dall’elegante chiostro e dal ricco ciclo di affreschi trecenteschi di scuola riminese che istoriano il continuo Cappellone. Rari sono qui, come in tutta la regione, gli esempi di gotico puro. Fra questi si distingue la ricamata facciata laterizia della Collegiata di San Ginesio, opera evidente di architetti germanici, nel XV secolo. Tra il XV e il XVI secolo si diffonde anche nel maceratese l’umanesimo rinascimentale nelle piante centralizzate come nei particolari classici. Ne è esempio l’impianto bramantesco del Santuario della Madonna a Macereto ed il ricamato portale del San Domenico a Recanati. Alla fine del cinquecento si insedia a San Severino la Congregazione dell’ Oratorio di San Filippo Neri, la prima dopo quella originaria di Roma, nel Santuario della Madonna dei Lumi. A questa vivace Congregazione si deve la prima eclatante architettura barocca nelle Marche, che trova gli esempi più significativi nelle rutilanti chiese filippine di Cingoli ed in particolare in quella di Macerata, a pianta ellittica berniniana, su disegno del Contini. A seguaci del Bernini si deve anche la scenografica chiesa di Santa Maria in Via a Camerino.
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